La mia “storia” con te si era all'improvviso trasformata in una sorta di avvincente soap-opera, e ogni martedì andava in onda la nuova puntata. Inutile specificare che l'unica spettatrice, fino a quel momento, era la Ragazza. Spettatrice fedele e appassionata, lo devo ammettere, talmente affascinata da questa situazione da cominciare a sognare una specie di “lieto fine”, o, se non altro, un qualche colpo di scena che portasse alla luce i miei sentimenti per te, e tutte le verità nascoste.
In poche parole,
secondo la Ragazza, con te dovevo uscire allo scoperto. Non parlo di una banale
dichiarazione, come quelle che si vedono nelle serie tv, con la classica scena
di lui/lei che suona il campanello della sua porta e gli/le dice frasi idiote
come “Io provo qualcosa per te” o
gli/le salta addosso senza tanti preamboli. A parte il fatto che non potrei mai
presentarmi davanti alla porta di casa tua: innanzitutto non so dove abiti e
non ho intenzione di assoldare un detective privato per scoprirlo... va bene
essere invaghiti di una persona, ma lo stalkeraggio decisamente non fa per me. Del
resto, mi aprirebbe la porta tua moglie, e chiederle di lasciarmi dieci minuti
da sola con te o stordirla con qualche mossa di judo non sarebbero delle
soluzioni praticabili. Decisamente no.
No. Quello che la
Ragazza voleva spingermi a fare era osare
un po' di più. Quindi non solo continuare a curare il mio aspetto fisico in
vista di ogni lezione, abbigliamento, trucco, seno sempre in bella mostra; ma
dare anche spazio a un po' di seduzione, cominciare a lanciarti qualche sguardo
in più, sorridere tanto e spesso, accorciare le gonne e, insomma, tutto quello
che una donna dovrebbe e potrebbe fare per affascinare un uomo. Beh, fino a
quel momento ero arrivata non senza difficoltà alle scollature, per mettere in
mostra il mio generoso decolleté; ma per quanto riguarda i giochi di sguardi,
diciamo che non ero esattamente in una posizione di vantaggio.
Anzi, a dirla tutta,
non ero proprio in nessuna posizione. Mi limitavo a partecipare a ogni lezione,
truccata a dovere ed educatamente scollata, e a godere in silenzio delle tue
parole, della tua bellissima voce, dei tuoi capelli, delle tue movenze, del tuo
corpo, senza mai guardare più del necessario: attenzione! Non avevo il coraggio, né la sicurezza, per
far capire più del dovuto. Non dimenticavo mai l'esistenza di tua moglie e
soprattutto ero convinta, senz’ombra di dubbio, che tu a malapena ricordassi il
mio nome e cognome. Figuriamoci se potevo credere in un minimo e impalpabile
interesse da parte tua.
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